Prezzi in discesa e ampia offerta agevolano chi compra casa

di Cristiano Dell'Oste articolo 25 ottobre 2010 Il sole 24 ore
Quanto vale davvero la casa che sto per comprare? Quanto posso chiedere se invece voglio vendere? È da domande come queste che dipende la possibilità di fare un buon affare; ed è grazie ai dati dell'Omi, l'Osservatorio sul mercato immobiliare dell'agenzia del Territorio, che ci si può avvicinare alle risposte giuste.
Dopo tre anni di contrazione, le compravendite di abitazioni sono tornate ad aumentare: +4,2% su base annua nel primo trimestre del 2010, +4,5% nel secondo.
«Quest'anno si potrebbe arrivare a 620-630mila rogiti, rispetto ai 609mila del 2009», stima Guido Lodigiani, direttore dell'ufficio studi di Gabetti.
L'aumento dei contratti, però, non si è ancora fatto sentire sui valori. Anzi, se tutto va secondo le previsioni, il 2010 si chiuderà con un calo dei prezzi delle case: Gabetti ipotizza una diminuzione media del 2% nelle grandi città, Scenari Immobiliari arriva al 2,5%, mentre Tecnocasa si colloca in un range compreso tra zero e -2 per cento. «È ancora un mercato per chi compra», afferma Lodigiani. «L'offerta di case in vendita è ampia e per i potenziali acquirenti scegliere è più facile – concorda Fabiana Megliola di Tecnocasa –. Nelle metropoli in media una casa resta sul mercato più di 150 giorni prima di essere acquistata». Anche gli sconti pendono a favore del compratore: secondo le rilevazioni di Nomisma diffuse prima dell'estate, gli acquirenti mediamente riescono a limare del 13% le richieste iniziali dei venditori. Per fare buoni affari, comunque, è indispensabile andare oltre il dato medio. La crisi ha penalizzato gli immobili in periferia, ma ha premiato quelli nelle zone centrali, i cui prezzi – non di rado – sono persino saliti. Allo stesso modo, ha colpito le abitazioni meno pregiate e le grandi metrature, regalando un vantaggio comparativo alle case ristrutturate di recente, servite dai mezzi pubblici e posizionate in quartieri tranquilli.