La nuova legge sulla cedolare secca è destinata a rivoluzionare il mercato degli affitti, combattendo l’evasione fiscale, che negli ultimi anni ha disegnato un trend di crescita sottraendo importanti quattrini al gettito fiscale.
La legge permette al proprietario dell’abitazione che da in locazione il proprio immobile di poter optare per l’applicazione di una cedola secca, in sostituzione dell’aliquota irpef corrispondente, dell’imposta di registro e di bollo sul contratto di locazione.
La norma in particolare, prevede l’applicazione di un’aliquota del 21% al canone d’affitto. Per gli immobili che si trovano all’interno dei territori dei comuni con carenze di disponibilità e in quelli ad alta tensione abitativa, individuati di volta in volta dal Comitato interministeriale per la programmazione economica, l’aliquota corrispondente scenderà dal 21% al 19%.
L’Agenzia delle entrate ricorda che per esercitare l’opzione bisogna comunicare tramite lettera raccomanda all’affittuario la propria decisione di rinunciare alla facoltà di chiedere l’aggiornamento del canone, inclusa la variazione accertata dall’Istat dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, verificatasi nell’anno precedente.
Per quanto concerne le modalità di applicazione l’opzione potrà essere esercitata in sede di registrazione del contratto, di proroga o di risoluzione dello stesso, oppure, in alcuni casi, con applicazione diretta in dichiarazione dei redditi. Sono presenti due modalità per l’adesione, quella del modello 69 e poi il modello telematico semplificato di denuncia Siria.
La norma può essere applicata anche alle locazioni di case per le vacanze, per le quali l’agenzia delle entrate sul proprio portale ha presentato uno specifico vademecum. La nuova legislazione, per il momento, è esclusa per le locazioni anche se ad uso abitativo “effettuate nell’esercizio dell’attività d’impresa o di arti e professioni, gli immobili locati all’estero e quelli subaffittati”.