Casa, dolce casa. Agenzia del territorio e Abi: trend e sviluppi del mercato immobiliare

Il patrimonio immobiliare italiano vale in totale 6.800 miliardi di euro. Di questi, 5.700 rappresentano la quota in possesso da parte delle persone fisiche.

Monolocale o super attico, appartamento condominiale o villetta unifamiliare, poco importa: avere un tetto sulla testa è probabilmente una delle necessità principali da soddisfare nella vita.

Ma che situazione vive il mercato dell’immobile nel nostro Paese? A fare il punto della situazione hanno provveduto l’Agenzia del Territorio e l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) che nel pomeriggio di ieri hanno presentato il Rapporto Immobiliare 2012 sul mercato residenziale, risultato di uno studio congiunto sull’argomento da parte delle due Istituzioni.

Come sostenuto dal Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Vieri Ceriani “il patrimonio immobiliare rappresenta uno dei fattori di stabilità e allo stesso tempo di rischio (come testimoniano gli effetti della crisi economica in atto) per l’economia di una nazione. È, di conseguenza, fondamentale analizzarne approfonditamente le dinamiche per essere pronti a scongiurare minacce di crolli improvvisi e destabilizzanti”.

Partiamo col sottolineare che, benché immune dagli effetti disastrosi avuti in altri Stati, anche il mercato italiano dell’immobile ha avuto una battuta d’arresto negli ultimi anni. I dati presenti nel Rapporto parlano chiaro: -2,3% nel volume della compravendita nel 2011 rispetto al 2010. 62 milioni sono invece i metri quadrati venduti in totale (in media 103 mq per unità abitativa), ma anche su questo fronte si registra un lieve calo rispetto all’anno precedente (-1,5%).

L’aumento della quotazione media (pari a 1.584 euro/mq, ossia lo 0,7% in più rispetto al 2010) ha fatto in modo che il volume complessivo delle transazioni sia rimasto sostanzialmente stabile (101,8 miliardi di euro), con un significativo rialzo specie nei comuni capoluogo (+0,9%).

Positivo anche il mercato residenziale nelle otto principali città italiane (Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze), con una crescita delle compravendite del +2,4% nel 2011. Il “fatturato” stimato è pari a circa 25,2 miliardi di euro, con un incremento del +3,2% rispetto al 2010.

“Il monitoraggio dell’andamento del mercato immobiliare offre, oltre che un quadro completo della situazione nazionale anche un utile strumento per andare sempre più incontro alle esigenze di chi acquista casa, offrendo soluzioni finanziarie appropriate e modalità di credito specifiche”.

Questo, secondo l’opinione del Direttore Generale di Abi, Giovanni Sabatini, è un ulteriore punto su cui concentrare l’attenzione.

Per scongiurare il rischio di insolvenza da parte dei creditori ed evitare di introdurre prodotti finanziari che non seguono le regole della finanza reale, è opportuno valutare anche l’effettiva capacità di investimento di coloro che effettuano l’acquisto di un’abitazione, la cosiddetta “Affordability”.

Stando ai dati, l’accessibilità all’acquisto di un’abitazione viaggia ancora su valori positivi: circa il 50% delle famiglie italiane, infatti, sono in grado di coprire il 30% del costo annuo di un mutuo. Ciò sta a significare, ribadisce Sabatini, che “le banche in questi anni hanno saputo lavorare in modo tale da offrire buon credito senza deviare da una gestione sana”.

Allo stato attuale, sembrerebbe perciò che il mercato residenziale tenga relativamente bene il colpo accusato nei primi anni della crisi, dimostrando alcuni segnali positivi ma, come sottolinea Gabriella Alemanno, direttore dell’Agenzia del Territorio, “il suo andamento futuro dipende molto da una serie di fattori esterni (impatto dell’Imu, variazioni dei tassi d’interesse e tassazioni) che occorrerà valutare con attenzione nei prossimi anni”