Imu: il 17 settembre scade la seconda rata

Scade il 17 settembre il termine per il versamento della seconda rata dell’Imu.

Su circa 16 milioni di contribuenti, secondo i numeri forniti dalla Cgia di Mestre, la scadenza di settembre interesserà solo 877mila proprietari (il 6% circa), solo quelli che hanno deciso di suddividere in tre fasi il pagamento: prima rata a giugno, seconda a settembre e saldo a dicembre.

Anche l’acconto di settembre come la prima rata equivale a un terzo dell’importo totale da pagare, cifra che si ottiene applicando l'aliquota ordinaria del 4 per mille con la detrazione di 200 euro (+ 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni convivente con il contribuente).

Per i proprietari di abitazione residenti nei comuni capoluogo l’importo medio da pagare è di 131 euro, cifra che sale se si abita a Bari (196 euro), Roma (199 euro) e Torino (224 euro).

In media nei Comuni capoluogo la seconda rata dell'Imu costerà il 62% in più rispetto alla cifra versata dai proprietari di prima casa ubicata nei comuni della stessa provincia.

"Queste differenze tra le grandi città e i Comuni di cintura - segnala il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - sono dovute al fatto che nelle grandi aree urbane le rendite catastali degli immobili sono mediamente più elevate che nei piccoli centri”.

L’attesa che desta maggiore preoccupazione per i contribuenti è però quella del 16 dicembre.

Per quel giorno, l’ultimo per pagare la terza rata Imu, i Comuni avranno stabilito le aliquote definitive da applicare localmente e, considerati i tagli ai trasferimenti agli enti locali le prospettive non sono delle più rosee. “Sarà necessario - ricorda la Cgia - ricalcolare il debito Imu annuo sulla base delle aliquote decise dall'ente locale, sottrarre gli acconti pagati a giugno e a settembre (per i contribuenti che hanno scelto di suddividere i versamenti in tre rate) e versare a saldo la differenza”. Per permettere di fare meglio i conti, il Governo, con il Decreto ministeriale del 2 agosto 2012, ha rinviato al 31 ottobre il termine per adottare il bilancio di previsione da parte dei Comuni (originariamente previsto per il 30 giugno).

La deroga include anche il calcolo delle aliquote della nuova tassa sugli immobili da stabilire in base ai dati sul gettito degli acconti incassati.

Per il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, “l'applicazione di questa nuova imposta e la raffica di aumenti avvenuta nei mesi scorsi avranno gravi ripercussioni sui bilanci delle famiglie”.

La preoccupazione è condivisa anche dall’Ancot-Associazione nazionale consulenti tributari – “la voracità fiscale dei Comuni cresce - afferma l’associazione - e cresce inevitabilmente il peso fiscale sulle famiglie italiane.

Come dimostra l'andamento del'addizionale Irpef di loro competenza, parallelamente all'aggravarsi della crisi economica, balzando da un'incidenza pro capite di 41,8 euro nel 2007 a 48,1 euro nel 2010 (+15,7%)”. Michela Fiori