Minimo storico per i tassi europei

Mutui: un filo d’ossigeno da Draghi M.C.04/09/2014

Mutui: un filo d’ossigeno da Draghi.

Mario Draghi ha sparato l’ultima cartuccia dei tassi Bce, riducendoli da 0.150% a 0,050%, il minimo storico.

Dieci punti base che si tradurranno in un risparmio per i mutui a tasso variabile di 5 euro al mese, nel caso di tasso variabile a 30 anni e capitale di 124.000 euro. La rata passa da 358 a 353 al mese, con un monte interessi complessivo che si riduce da 4.931 euro a 3.027.

Poco ma meglio di niente. Ma comunque troppo poco per far ripartire il mercato.

L’azione che potrebbe dare vigore all’economia, e quindi al mercato immobiliare, si attende verso l’acquisto massiccio di titoli di Stato da parte della Bce.

Draghi ha annunciato come la Bce abbia deciso di avviare un programma di acquisto di Asset backed securities (Abs), strumenti con i quali i privati trasformano in un titolo finanziario i crediti che hanno in loro portafoglio (cartolarizzazioni), e obbligazioni garantite. Un’operazione che avrà significativi impatti sul bilancio dell’istituto di Francoforte, approvata quindi a maggioranza non unanime ma confortevole, che partirà dal mese di ottobre.

L’ammontare del programma dovrebbe essere di circa 500 miliardi di euro in tre anni; i particolari saranno comunque rivelati dopo il prossimo direttivo dell’Eurotower.

Nella valutazione di Draghi il piano di riacquisto asset e il taglio dei tassi dovrebbero riportare l'inflazione verso il target del 2%. In caso diverso, se dovesse essere necessario, la Bce è pronta a nuove misure straordinarie che rientrano nel suo mandato, anche se è stato escluso un ulteriore taglio dei tassi, già al minimo storico.

Per quest’anno, comunque, le previsioni sull’inflazione sono state riviste al ribasso, ovvero allo 0,6% contro lo 0,7% ipotizzato tre mesi fa. Per il 2015 la previsione sul costo del denaro, alla luce delle presenti misure, è per un 1,1%, mentre per il 2016 si stima un 1,4%.

Riviste al ribasso anche le previsioni di crescita economica nell’area Euro: +0,9% (dal +1% precedente) per il 2014, per il 2015 un +1,6% da +1,7% e per il 2016 un +1,9% da +1,8%.

“Senza riforme – ha ammonito Draghi sul tema della crescita – non c’è stimolo monetario o fiscale che tenga”.

In attesa quindi dei fatti concreti e delle riforme strutturali in Ue, dagli Usa i segnali di ripresa sono talmente rassicuranti che la Fed sta valutando un rialzo dei tassi.